Un giorno...in Parlamento!
UN LABORATORIO DI EDUCAZIONE CIVICA
Una premessa
Classe terza, primo trimestre. Quest’anno ho pensato di dedicare le ore di geografia al proseguimento di un percorso che ha preso il via lo scorso anno nell’incontro con la Costituzione (ne ho parlato QUI).
Ragazzi e ragazze ne erano così entusiasti che ho deciso di allungare la proposta in seconda (concendendomi/ci, così, tempi di lavoro più distesi), inserendo anche l'incontro anche Daniele Aristarco: con lui abbiamo dialogato di partecipazione e politica, di assumere un ruolo attivo e quotidiano come cittadini e cittadine consapevoli. Abbiamo dunque ripreso quest'anno, a inizio terza, il filo del discorso, con un approfondimento sui tre poteri dello Stato e le rispettive istituzioni. Siamo partiti con il potere legislativo. Ne abbiamo parlato un bel po’, per almeno 4-5 lezioni, andando a fondo del funzionamento di Parlamento, elezioni, partiti. Ho iniziato facendo brainstorming con i ragazzi su queste tre linee: cosa so, cosa vorrei sapere, cosa mi viene in mente se penso a…
Da questi spunti ho poi strutturato i miei interventi: la classe era abbastanza affamata di politica, di partiti, del capire come funzionano quelle istituzioni che hanno sempre sentito nominare, ma che talvolta faticano ancora a collocare in modo lucido e consapevole nella realtà. Dopo una prova di verifica sulle conoscenze base, ho pensato così di strutturare e inserire nel percorso un cosiddetto compito di realtà, che potesse farli entrare nel vivo del potere legislativo e dei meccanismi con cui si discute una legge in Parlamento, cuore pulsante della democrazia. Ho molto a cuore questo concetto, forse per alcuni ingenuamente ideologico, ma che ritengo fondamentale ribadire: è importante comprendere le istituzioni per poterle rispettare e, quando necessario, discutere, contribuire a riformarle.
Le tappe del lavoro
Assodati i concetti base, ho presentato alla classe il lavoro che si sarebbe svolto nelle successive settimane.
Avremmo simulato una discussione parlamentare 1) partendo dalla fondazione di alcuni partiti politici, 2) per proseguire con la proposta di disegni di legge da parte di ciascun gruppo e, infine, 3) ritrovarci in un’assemblea che avrebbe simulato una discussione alla Camera dei Deputati. Reazioni entuasiste, più del previsto. Bene!
N.B.: in attività simili, considerando il numero medio di alunni di una classe, è inevitabile ricorrere a compromessi. L’importante è discuterne con ragazzi e ragazze, rendendoli consapevoli e in grado di argomentare sugli “aggiustamenti” rispetto alla pratica reale. Ecco perché è importante fornire e verificare una solida base inziale.
Primi passi
Prima di tutto la creazione di tre partiti politici. Ho appeso un foglio sulla porta della classe e i ragazzi e le ragazze si sono autonomamente sparsi nei tre gruppi (un po’ per amicizia, per affinità di idee, ma anche per sfida);
Prima riunione: i tre partiti avrebbero dovuto darsi un’identità (un nome, uno slogan, un simbolo, nominare un presidente e un segretario). Poi ho chiesto di discutere fra loro su quali proposte di legge avrebbero desiderato presentare in parlamento in quanto gruppo politico che condivide idee e intenti. Il faro sarebbe stato, in tutti i casi, il Regolamento d’istituto, la nostra Costituzione, cui avrebbe guardato anche il nostro Presidente della Repubblica in fase finale. È stato necessario condividere, mediare, ascoltarsi. Bellissimo esercizio di democrazia. Ho preso molti appunti durante la loro discussione, mi sarebbero poi serviti per la valutazione conclusiva (a tal proposito, avevo già abbozzato una griglia di valutazione, condivisa subito nei nodi essenziali - per questa attività osserverò...terrò conto di...-, sistemata poi alla luce dell’andamento dell’attività);
Nel frattempo abbiamo nominato anche una Commissione parlamentare: 2 studenti volontari per ciascun partito.
Raccolta delle proposte di legge, inviate per mail. Le ho raggruppate insieme, tolto quelle uguali o simili, le improponibili o fuori contesto, selezionandone una ventina che mi erano parse interessanti da discutere. Ce n’erano fra le più disparate: dalle panchine in giardino, alla macchinetta con le merendine (ahimè tanto rimpianta!), a incontri con esperti di sport, musica, cinema, alla sperimentazione del metodo Dada. Ne varrebbe la pena anche solo per leggere le proposte arrivate. Offrono uno spaccato eloquente e vivo;
Poi ho creato un modulo Google, inviato alla Commissione parlamentare, la quale avrebbe decretato la proposta più valida fra quelle presentate, da discutere alla Camera dei Deputati. È stato necessario un doppio giro di votazioni, ma c’è stata l’unanimità sulla proposta che metteva al centro un corso di educazione sessuale obbligatoria per le classi terze;
Ho chiesto al deputato che aveva ideato e abbozzato la proposta di legge di stendere il testo che avrebbe letto, poi, in plenaria;
Seconda riunione: condivisa con tutti la proposta di legge, ciascun partito ha avuto a disposizione due ore per poter stendere un proprio piano di idee, una linea che avrebbero preso nel corso della discussione in Aula. È stato interessantissimo, anche in questo caso, vederli mediare, prendere posizioni diverse, parallele, ma sempre molto rispettose, pur dentro vivaci divergenze.
La discussione parlamentare
Terza riunione: il cuore del compito. La discussione vera e propria. Ho chiesto a tutti e tutte di preparare un intervento personale, scritto, a partire dalle idee emerse nella discussione di partito. Avrebbero dovuto documentarsi, citando fonti, dati e argomentando le loro posizioni (col senno di poi avrei dato maggior spazio anche in classe a questa fase). I giorni precedenti alla discussione c’era molta emozione. Avevo anche chiesto di rivolgersi all’assemblea con un linguaggio formale (ho mostrato loro diversi spezzoni di discussioni parlamentari reali dell’attuale legislatura). Anche la classe sarebbe stata trasformata nel suo assetto, a simulare l’assemblea parlamentare;
Devo dire, soprattutto a ripensarla a distanza di qualche settimana, che la realtà ha decisamente superato le aspettative. Ragazzi e ragazze erano preparati, accesi, pronti per ribattere e discutere su qualcosa che evidentemente stava loro a cuore. Sono subito emersi i gruppi più affiatati, che avevano condiviso anche nei giorni successivi al lancio del laboratorio idee e proposte. Si rimpallavano la parola con consapevolezza e complicità. È capitato anche un fatto particolare durante la discussione, su cui vorrei soffermarmi. Il minuto di silenzio chiesto dal Ministero in memoria di Giulia Cecchettin. Come sarebbe accaduto in parlamento, abbiamo fermato i lavori, ci siamo alzati, rispettando il gesto, in un silenzio reso ancor più solenne dal clima di lavoro in cui eravamo immersi. Poi ho invitato ciascuno ad esprimere un pensiero, qualora sentissero il bisogno di esplicitarlo. Qui il compito di realtà ha subito una svolta imprevista. E ho subito cercato di sostenere, equilibrare. Alcuni degli interventi, prima di allora molto centrati sull’argomento iniziale, hanno preso una piega nuova. Nel dialogo è emerso il bisogno di un’educazione al relazionarsi, alla sessualità unita strettamente all’entrare in rapporto con l’altro o con l’altra. Molti, a tal proposito, avevano raccolto dati, citando anche alcuni casi di cronaca connessi a femminicidi (ma non solo), che prima non avevano trovato spazio o coraggio per emergere;
Io nel frattempo, oltre a guardare con una istintiva commozione questi ragazzi e ragazze discutere, ho raccolto molti appunti, osservato discretamente tutti. Il mio ruolo, quello di presidente della camera era poi di mediare il dialogo (campanella compresa!) e dare la parola a deputati e deputate che alzavano al mano per prenotare il proprio turno (ho preparato a questo proposito un ppt con i nomi dei ragazzi che proiettavo alla Lim, man mano che intervenivano);
Le reazioni sono state le più disparate, ma nessuno, e dico nessuno, è rimasto indifferente o distratto rispetto a quel momento di confronto. Anche chi è solitamente più in difficoltà ha accolto le parole degli altri e delle altre con curiosità. Poi timidezza, poca preparazione a casa, senso di inadeguatezza hanno fatto il resto. Ciascuno e ciascuna ha affrontato il compito a modo suo. Anche questo è un compito di realtà;
Conclusa la discussione, durata circa 75 minuti, siamo passati alla votazione. Ho inviato loro un link al sito Mentimeter (www.mentimeter.com) e in diretta abbiamo assistito alla votazione. La proposta non è passata. Anche perché, nella più tipica delle situazioni all’italiana, il deputato che aveva proposto la legge si è lasciato convincere sulla poca solidità della sua proposta e, alla fine, si è astenuto dal voto. L'unico astenuto tra l'altro. Incredibile, ma è stato interessante chiederci come mai;
Seconda settimana: nuova discussione. Questa volta una nuova parlamentare, segretaria di un secondo partito, si è presa in carico volontariamente il compito di modificare il primo disegno di legge per ridiscuterlo alla Camera, alla luce dei suggerimenti emersi in plenaria;
Nella seconda discussione, anche alcuni fra i più timidi hanno trovato il coraggio di intervenire. Altri mi hanno inviato i loro interventi separatamente, per mail. Altro senno del poi: sarebbe stato interessante registrare il dialogo per poi trascrivere integralmente i loro interventi e creare un atto ufficiale, da archiviare. Ci ho pensato soltanto dopo e ho chiesto che mi inviassero tutta la documentazione prodotta, che ho cucito insieme, anche se il dialogo vero era stato, naturalmente, più corposo. Sarà per la prossima;
Sono emersi numerosi dettagli, fra cui un elenco di argomenti da trattare nel corso. Legge rivotata e approvata a larghissima maggioranza (https://www.mentimeter.com/app/presentation/alwiogyu8jhv834fytfuivdfcnkxc267).
Passi successivi
Ho inviato a ragazzi e ragazze un modulo per auto valutare il proprio lavoro e ruolo all’interno di tutte queste fasi del compito di realtà. Avevo precedentemente condiviso, come accennato, i nuclei su cui mi sarei basato per la valutazione finale;
Dalle autovalutazioni sono emersi alcuni suggerimenti interessanti, come ampliare la discussione a tutte le classi e svolta in aula magna, creazione di più partiti, più tempo per discutere in classe sulle posizioni emerse. Tutti spunti che prenderò in considerazione in futuro;
Nel frattempo abbiamo trascritto la legge approvata alla Camera e inviato il file alla classe Senato (un’altra terza di istituto). Attenderemo ora la loro votazione;
Infine, se approvata, la proposta passerà al presidente della Repubblica, alias il preside dell’istituto, che valuterà la sua più o meno promulgazione in Gazzetta ufficiale, Regolamento d’istituto (avevo preventivamente condiviso con il dirigente l’attività che avremmo svolto e sul suo ruolo specifico. Ne era entusiasta. Caso ha voluto che fosse in corso proprio in quei giorni l’approvazione di un corso sull’educazione sessuale per le classi terze. I ragazzi e le ragazze non lo sapevano e non lo sanno ancora, sembrerà tutto più realistico!;
Compilazione delle rubriche di valutazione, poi discusse e consegnate. A questo proposito, inserirei, sempre col famoso senno di poi, una voce più dettagliata riguardante l’esposizione formale. La rielaborerò alla prossima occasione in cui proporrò il laboratorio.
Mi rimangono un taccuino pieno di osservazioni e le autovalutazioni dei ragazzi e delle ragazze, che mi hanno aperto un mondo rispetto all'impatto che un'attività simile ha avuto sul loro studio e sul loro modo di viverla. Non avrei pensato eppure tutti e tutte hanno confermato che il momento della discussione (vi assicuro, un momento quasi sacro tanto serio e concitato è stato - e non era per nulla scontato) è risultato come uno dei momenti di maggior interesse di tutto il percorso, da ripetere e perfezionare. I loro suggerimenti sono tra le cose più preziose per me. Parlano di un'immersione consapevole, che guarda al futuro.
Prossimo cammino: simulazione di elezioni politiche. Vi racconterò.
Vi lascio di seguito un po’ di materiali.
Per qualsiasi domanda scrivetemi pure! ilprofabba@gmail.com
Base per le lezioni: Giudici - Bencini, "Storie di cittadini. Percorsi di cittadinanza attiva" in "Alla scoperta della storia" (manuale scolastico), Mursia scuola, 2014.
Link materiali: CLICCA QUI
Autore - Riccardo Abbadessa
Insegnante di Scuola secondaria di Primo Grado a Padova
Data di pubblicazione - 11/12/2023