"La libertà è partecipazione": 

piccolo viaggio nella Costituzione.

Nel corso del secondo trimestre ho proposto ai ragazzi e alle ragazze di seconda un percorso incentrato sulla Costituzione.

I tempi erano maturi per condurre i ragazzi dentro una lettura più consapevole e profonda di un documento affascinante e complesso, ma anche per consentire loro di entrare in paragone con alcuni degli spunti che esso offre.

Cosa c’entra un ragazzo di 12 anni con la Costituzione e i valori di cui si fa portatrice? Come entra nella nostra esperienza quotidiana, con ciò che siamo, la vita che conduciamo? Come possiamo farci custodi e testimoni di questo dono che ci viene fatto fin dalla nostra nascita, in quanto cittadini italiani, parte di una storia travagliata e potente che, in quelle parole scolpite, arriva fino a noi?

Prima di Natale ci eravamo lasciati intervistando Daniele Aristarco, con cui avevamo condiviso alcune riflessioni riguardo, soprattutto, all’idea di “partecipazione”. A farci da guida le storie del suo testo “Io dico no” (Einaudi ragazzi, 2017). In quell’occasione erano già emerse questioni importanti: quando la rabbia è “giusta”, cosa significa essere partecipi di qualcosa, dire un sì o un no per la propria vita o, ancora, fare politica a 12 anni.

Anche il lavoro svolto nelle giornate della memoria, dal titolo “Si può sempre dire un sì o un no” (qui trovate il link al percorso: https://express.adobe.com/page/qREvsKXnkaR1O/), ha contribuito al dialogo perché in quell’occasione, attraverso le storie dei Giusti, era emerso con maggiore evidenza il tema di una presa di posizione nel mondo, nella storia, sia essa personale e collettiva.

L’incontro con la Costituzione è stato pensato dunque come ulteriore passo in questa direzione, che avrebbe consentito di allargare lo sguardo su altre questioni che erano già entrate in relazione con il percorso della prima parte dell’anno.

Come primo passo di lavoro, ho regalato una Costituzione a tutti i ragazzi e le ragazze. Avevo alcuni volumi inviati anni fa dal Ministero, ma sono reperibili on-line versioni ben impaginate, come quella presente sul sito del Senato, https://www.cortecostituzionale.it/documenti/download/pdf/Costituzione_della_Repubblica_italiana.pdf). 

L’abbiamo inizialmente sfogliata, scoperta, per scoprire con viva mano in cosa consistesse quel nome rimasto per molti anni un concetto astratto, cui era necessario dare nome, identità.

Il lavoro è proseguito con altri due passaggi di approccio: una breve indagine sulla struttura della Costituzione e, più approfonditamente, lo studio della sua storia. Scoprire valori, idee, principi, esigenze discusse e condivise dentro un'enorme diversità di fede politica, che hanno spinto madri e padri costituenti a scrivere per tutti coloro che sarebbero venuti dopo di loro quelle indicazioni così limpide, chiare, oneste, perenni, ci ha spinto a comprendere di più, nel cammino, il peso di quel che leggevamo. La Costituzione è guida, è maestra, è faro nel buio dei tempi.

A questo punto ho deciso di far lavorare e riflettere i ragazzi su due principi che ritengo fondanti della nostra Costituzione, che la rendono così potente: uguaglianza e libertà. Quest’ultima indagata rispetto all’opinione, alla stampa e all’informazione. Lo abbiamo fatto prendendo come riferimento tre articoli: il 3, il 13, e il 21. Le loro parole, studiate da vicino, ci hanno portato a ragionare sul significato profondo della loro portata.

La nostra Costituzione parla con coraggio di qualcosa che a molti oggi sembra scontato, addirittura banale, un diritto che non sa neanche più tanto di diritto perché c'è e basta, da quando siamo nati. Ma se quei Costituenti decisero, seduti a un tavolo comune, di ripartire, ricostruire il paese da queste parole significa una cosa sola: ce ne fu bisogno e si capì che ce ne sarebbe stato per sempre nella storia del nostro paese. Un bene della cui preziosità molti si accorsero troppo tardi, quando ormai era perduto. Ed era stato talmente desiderato, lottato, riconquistato con passione, che si pensò, nell'atto di rifondazione, che non si sarebbe più dovuto permettere a qualcuno di poter nuovamente metterlo (anche solo) in discussione. 

La libertà e l'uguaglianza sono principi scolpiti, incancellabili, immutabili. E nella storia non è sempre stato così, ancora oggi in alcuni paesi del mondo non è scontato che sia così.

I rimandi all’attualità e alla nostra vita sono stati ovviamente numerosi. Così come le domande che si generavano man mano nel nostro dialogo. Eccone alcune:

A dare risposta ad alcune di queste domande ha contribuito uno sguardo sul Manifesto della comunicazione non ostile (https://paroleostili.it/manifesto/), cui ho fatto ricorso unitamente al libro edito dallo stesso gruppo di lavoro, dal titolo Penso, parlo, posto. Breve guida alla comunicazione non ostile (Il Castoro, 2019) che, con uno stile narrativo diretto e mai banale, aiuta ad entrare nel cuore delle questioni cui prima accennavo.

Per concludere questo piccolo viaggio nella Costituzione avevo pensato di mostrare loro il bel monologo che Roberto Benigni ha tenuto nel corso del festival di Sanremo 2023. Sorprendentemente toccava proprio i punti su cui ci eravamo soffermati: l’articolo 21, la bellezza di essere liberi, la partecipazione intesa come dono e dovere verso i nostri padri e le nostre madri costituenti, verso la nostra storia di uomini e donne che vivono il qui e ora per dire quel No o quel Sì con consapevolezza, coraggio, slancio verso il futuro. È il dovere di ereditare quella “pagina bianca”, volutamente non scritta dai Costituenti affinché potessimo essere noi a farlo. Perché la Costituzione doveva arrivare fino a noi intatta e viva, attualissima. Abbiamo riflettuto con alcune annotazioni sul taccuino per capire, oltre la splendida dialettica, quale fosse il cuore del discorso di Benigni e come noi ci ponessimo criticamente di fronte a esso (ho usato la strategia di lettura dello Schema a Y, ne trovate un approfondimento qui: https://www.italianwritingteachers.it/il-bastone-del-rabdomante-ovvero-andar-per-boschi-verso-e-da-lo-schema-ad-y/). 

Il percorso, come dicevo, era ormai concluso nella mia idea di progettazione, fino a quando i ragazzi mi hanno chiesto di capire meglio cosa stesse accadendo in Iran. Se ne parlava molto al tg, sui social e volevano andare a fondo. Quelle donne con il velo in mano e i capelli sciolti in fila lungo i cortei di protesta avevano colpito il loro immaginario tanto da chiedere una mano per capirci qualcosa. Cosa c’era di straordinario in quelle donne? Cosa le aveva spinte a reagire così?

Se i ragazzi chiedono io ci sono e provo a rispondere insieme a loro. Così si prosegue, si riprogetta.

Tre erano i nostri fari e da lì siamo ripartiti: la Costituzione, la libertà, la partecipazione.

Con queste tre parole tanto masticate e discusse abbiamo aggiunto una tappa imprevista al nostro viaggio. L’unico modo per poter parlare di attualità è leggere qualcosa di attuale, vero, attendibile (ottimo gancio per lavorare sulle fonti, come emerso dalle loro domande). Ho così portato in classe tre articoli ben scritti dal sito de Il Post (https://www.ilpost.it/tag/mahsa-amini/).

Li abbiamo letti, sezionati, analizzati per capirne le parole complicate e i concetti più ostici. Abbiamo individuato i personaggi dell’azione, il conflitto, le conseguenze.

Man mano abbiamo costruito e compreso il contesto tutt’intorno.

Così, usando un foglio di lavoro che potesse aiutare a fare sintesi (https://drive.google.com/file/d/1AlRGuL_2-qPGvbupnl2zV6E-SvcxsL6e/view?usp=share_link) , abbiamo ricercato alcune informazioni sull’Iran, sulla forma di governo che vige nella nazione e su quanto la religione abbia un peso sulla popolazione e sulla politica (gli articoli avevano provocato questa domanda). Le scoperte sono state sorprendenti e allo stesso tempo hanno aiutato a comprendere le ragioni di quelle proteste, che hanno radici lontane.

È stato interessante ad esempio approfondire il contrasto fra sciiti e sunniti e come esso si riverberi ancora oggi nella storia politica ed economica del Medio Oriente, comprese le recenti proteste.

Usando le fonti a nostra disposizione, ci siamo interrogati quindi su cosa ci fosse di nuovo rispetto alle proteste passate nel paese e fatto delle ipotesi.

Infine abbiamo cercato notizie più recenti, per capire come stesse procedendo quell’ondata di proteste e perché i nostri media non ne parlassero più così frequentemente come in passato (già, perché?).

Non potevamo lasciarci senza una testimonianza: quella di Pegah Moshir Pour, anch'essa raccontata durante Il Festival di Sanremo 2023. Abbiamo ascoltato, poi commentato in plenaria, liberamente.

A conclusione del percorso, quando le parole di Pegah riverberavano ancora dentro di noi, ho proposto ai ragazzi una lettura e un ascolto. Sono state proposte pensate in corso d'opera, ma scelte per poter scavare più a fondo, dentro linguaggi narrativi diversi, fra i pensieri emersi e avviarci così alla conclusione.

Per la lettura ho scelto l’albo illustrato “L’albero azzurro”. Per poter scavare a fondo dei significati, esplorare simboli e connessioni, ho lavorato con la strategia delle 4C, che mi ha permesso di lasciarli discutere in piccoli gruppi e in modo cooperativo. Vi lascio due del nostro Alessio Trevisan: uno nel gruppo Facebook Italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di I grado (https://www.facebook.com/groups/575043326782406/permalink/1241584190128313/), l'altro qui in EDB, https://sites.google.com/view/esperienzedidattichedalbasso/edb-voci-dallaula/4c-per-liliade?authuser=0, in cui descrive il processo della strategia, e alcune foto dei fogli di lavoro su cui i vari gruppi hanno lavorato.

Il lavoro si è concluso con una plenaria volta alla condivisione e alla sintesi.

È stato evidente, soprattutto dalle connessioni, imprevedibili e spesso sorprendenti, che quell'idea di libertà fosse entrata, come un filtro, per giudicare ciò che avevano di fronte. E non la stessa, ovvio. Ciascuno la sua, così come l'aveva interiorizzata fino a lì.

Per l’ascolto, invece, ho scelto un brano che mi sta molto a cuore e che volevo i ragazzi incontrassero, nella libertà e sensibilità che li contraddistingue, non di più. Si tratta de “La libertà” di Giorgio Gaber. Ho chiesto loro che facessero dapprima un ascolto in solitaria, personale, a casa, prendendo appunti sul loro taccuino con la strategia dello schema a Y, con cui, come accennavo, hanno già molta confidenza.

Il brano è stato poi ripreso qualche giorno dopo in classe: lo abbiamo riascoltato e condiviso scoperte, domande, connessioni emerse dal loro primo ascolto. C’erano alcuni nodi da sciogliere, versi misteriosi, parole speciali scolpite sul taccuino. Poi ho lasciato loro alcune domande per riflettere e provare a rielaborare tutto quel bagaglio fino ad allora raccolto (esempi: cos’è la libertà raccontata da Gaber? Sei d’accordo? La trovi diversa da quella espressa nella Costituzione? Cosa ti colpisce delle immagini descritte nella canzone? Perché la partecipazione fa la differenza fra tutti i modi di essere libero? Cos’ha di straordinario? Liste sul taccuino per operare connessioni: Mi sento libero quando/non mi sento libero quando; la libertà è/la libertà non è; chi è libero può/chi non è libero non può; io sono libero e quindi posso/Se non fossi libero non potrei).

Insomma, ci siamo buttati a capofitto, mentre qualcuno mi chiedeva che effetto farebbe quella canzone fra i tumulti delle donne e degli uomini che lottano per la libertà. 

Ne abbiamo parlato. Ci siamo informati. Abbiamo soprattutto studiato, ricercato.

Credo fosse l’unico modo possibile per incontrare la Costituzione e quelli che, alla fine, abbiamo ritenuto valori irrinunciabili per la nostra vita. Essere liberi, uguali, impegnati.

La libertà”, dopotutto, cos’è se non “partecipazione”?.



Breve bibliografia:


Daniele Aristarco, Io dico no, Einaudi ragazzi, 2017

Carlotta Cubeddu e Federico Taddia, Penso, parlo, posto. Breve guida alla comunicazione non ostile, Il Castoro, 2019;

Andrea Franzoso, Viva la Costituzione, DeAgostini, 2020 (di cui si consiglia anche il gioco da tavolo);

Antonio Nicaso, Nicola Gratteri, La Costituzione attraverso gli uomini e le donne che l'hanno fatta, Mondadori, 2022;

Walter Veltroni, La più bella del mondo, Feltrinelli Kids, 2022.






Autore - Riccardo Abbadessa

Insegnante di Scuola secondaria di Primo Grado a Padova

Data di pubblicazione - 19/04/2023