L'epica: una materia, molte occasioni

Nella scuola secondaria di primo grado, l’italiano si articola in varie sottomaterie e ognuna di queste dà l’occasione per sviluppare competenze e abilità. Si può tranquillamente affermare, però, che ce ne sia una in particolare che racchiude in sé la possibilità di far intersecare le altre: l’epica.

Le ragioni per le quali la considero importante sono diverse: si potrebbe innanzitutto partire dal valore conoscitivo dal momento che il pensiero occidentale affonda le proprie radici prevalentamente nell’esperienza greco-romana oltre che nel cristianesimo; ma anche la bellezza di narrazioni meravigliose, bizzarre, stupefacenti, che ci raccontano di donne e uomini profondamente diversi da noi tuttavia portatori delle nostre stesse paure e domande in una maniera talmente coinvolgente da cui anche il lettore più debole non può che sentirsi attratto.

L’epica ci consente un incontro e una possibilità che ci conduce alla riflessione sulla natura umana e su come alcuni temi attraversino il tempo modificandosi e adattosi alla società eppure siano per l’appunto sempre presenti e attuali.

Inoltre, da un posto di vista didattico, permette un lavoro trasversale attraverso i testi che di volta in volta si presentano in classe sollecitando abilità diverse.

Questo articolo sarà dunque il racconto di un’ora di lezione in classe con l’obiettivo di sottolineare l’importanza dell’epica a scuola.

Ci troviamo nella mia seconda media, ormai a novembre, e il lavoro sull’Odissea è stato già avviato.

Siamo arrivati al secondo libro nel momento in cui la povera Penelope viene denunciata pubblicamente da Antìnoo di fronte agli Itacesi e al giovane Telemaco.

 

“Allora di giorno tesseva la gran tela,

ma di notte la disfaceva, seduta accanto alle fiaccole.

Così per tre anni tenne nascosto l’inganno e convinceva gli Achei.

Ma quando arrivò il quarto anno e le stagioni tornarono,

allora una donna, ben informata, lo rivelò

e noi la cogliemmo a disfare la magnifica tela.

Così la finì, pur non volendo, costretta.”

 

È un episodio coinvolgente che contribuisce alla rappresentazione di un personaggio importante femminile, la moglie di Ulisse. Per questa lezione mi sono posta dunque diversi obiettivi che si elencano qui per punti:

-    in antologia e scrittura stiamo lavorando sul testo descrittivo e in particolare sullo studio della persona: il testo è dunque funzionale ad esercitare la capacità di analisi di un personaggio, in questo caso quello di Penelope, che per di più per la stesso impianto della storia (la presenza del famoso inganno della tela) appare in una sorta di “ambiguità” che richiede un maggior sforzo di osservazione e riflessione;


-    in grammatica siamo alle prese con l’analisi logica, il passo – tratto dalla traduzione di Calzecchi Onesti – è dunque l’occasione per lavorare sulla parafrasi che a sua volta richiede un importante impegno di comprensione del testo;


-    inoltre, ogni passo dell’epica diventa un’occasione per affrontare un aspetto della cultura e della società greca grazie alla possibilità di un taglio antropologico, che, come si diceva all’inizio, può essere utile per soffermarsi sull’universalità di alcuni valori anche nel differente rapporto con essi in base alle diverse epoche. In questo caso, è possibile sfruttare il brani per fare due riflessioni: la prima sulla condizione femminile in Grecia; e in secondo luogo, partendo  dalla ripetizione della parola “cuore”, ci consente di osservare la differenza tra ieri e oggi rispetto alla sede “fisica” dei pensieri e delle azioni;

 

“Non posso mandarla via, se non vuole, colei che m'ha generato. Subito invocherebbe le Erinni feroci, e avrei biasimo anche dagli uomini. Non dirò mai questa parola! Ma se il vostro cuore prova ancora vergogna, uscite dalla mia casa e cercatevi altri banchetti o vi giuro che vi sarà fatale.”

 

“Ed ecco il raggiro che ha pensato nel cuore.”

 

-     infine, un inserimento intertestuale moderno che dia ragione di come ci siano questioni, temi, sentimenti che attraversino il tempo partendo proprio dalla ripetizione a cui si accennava prima: la lettura della filastrocca “Sì e no” di Rodari.

 

Tracciati gli obiettivi passo dunque al racconto vero e proprio della lezione.

Innanzitutto chiedo ai ragazzi una sintesi rispetto ai momenti dell’Odissea già affrontati perché l’episodio possa trovare una propria posizione all’interno della storia. Prima di iniziare la lettura ad alta voce, per mantenere un atteggiamento attivo rispetto al testo, do loro il compito di sottolineare le parti in cui emerge la personalità di Penelope (anche secondo la modalità dai fatti da cui ottengo informazioni implicite) (vv.82-114 trad. Calzecchi Onesti sul libro di testo in uso) e gli epiteti, tipici del linguaggio formulare epico. Non procedo in maniera spedita, ma spesso mi fermo per chiarire il testo e fare domande di comprensione (ad esempio: “quali sono le motivazioni  per cui Telemaco non può rimandare Penelope da suo padre Icario?”) o per far sottolineare importanti riferimenti come la ripetizione della parola “cuore”di cui chiarisco il valore per la società greca, poiché considerato centro dell’uomo e sede dell’azione e dei pensieri.

Conclusa la lettura, mi concentro in particolare su alcuni versi e ci esercitiamo insieme alla lavagna sulla parafrasi.

A seguire avvio l’analisi del personaggio con la costruzione sul quaderno di una tabella: in una colonna è stata posizionato il “come la vedono gli altri”; mentre nella seconda “com’è  realmente” secondo un’idea presa dalla metodologia del Writing Reading Workshop.

La tabella ha la funzione di portare i ragazzi a soffermarsi sugli elementi espliciti e impliciti, a lavorare sul lessico per la scelta degli aggettivi da inserire dalla tabella; e, non da meno, dovrebbe essere anche un esercizio per ragionare più intimamente su come le cose non siano esattamente come appaiono o come ci siano più modi di osservarle, anche lo stesso comportamento e agire di una persona. Si lavora insieme e si riportano le varie considerazioni all’interno della tabella dopo averne discusso collettivamente.

A casa il lavoro verrà poi completato con la visualizzazione del personaggio con un disegno.

Mentre la lezione si avvia alla conclusione, passo alla fase di riflessione sulla condizione femminile in Grecia e oggi: una discussione che vede la partecipazione della classe in cui si cerca di sviluppare delle prime capacità di argomentazione e di insegnare l’ascolto reciproco. Il compito a casa è quello di mettere per iscritto la propria riflessione.

Infine, proietto e leggo la poesia di Gianni Rodari:







I ragazzi la ricopiano sul quaderno. Sottolineamo con un diverso colore il verso “Ascolto il cuore, è lui il mio suggeritore”. Dunque tra i compiti per la volta successiva c’è proprio quello di rispondere alla domanda: “Sei d’accordo con Rodari? Tu di solito in base a cosa prendi le tue decisioni? E Penelope nel testo che hai letto in classe?”. Questo è importante soprattutto affinché il contenuto incontri la riflessione personale e formi la persona non rimanendo puro nozionismo.


Concludendo si ribadisce dunque l'immensa potenzialità di una materia come l'epica che attraverso questi ( e altri passi) può essere utile per un lavoro preparatorio al commento di un testo letterario.

 



Lo studio dell’epica è o non è una grande occasione?




 


BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

Mazzeo, Dagnino, Pino, Vadagnini, “Sentieri d’inchiostro. Mito ed epica.” Editrice La Scuola

https://www.italianwritingteachers.it/1-2-3-si-parte-alla-scoperta-dei-personaggi-e-di-nuovi-orizzonti/




a cura di Maria Antonella Russo




Tabella liberamente ispirata alla metodologia del WRW.