Pre-pono. Appunti per una didattica della preposizione

Sì, in secondaria di primo grado, le preposizioni le metto prima del nome, dell’aggettivo, del pronome e di tutte le altre parti del discorso. Perché le metto prima? Perché le preposizioni assolvono a un ruolo importantissimo nella costruzione delle frasi: le preposizioni generano ed evidenziano relazioni, producono informazioni. Svolgono, quindi, un ruolo fondamentale dal punto di vista sintattico. Ed è proprio dalla sintassi (per arrivare anche alla morfologia, e non solo) che parte la mia progettazione didattica, sin dalla classe prima. Cerco attraverso la mia esperienza di insegnamento di seguire l’invito di Fabrizio Frasnedi quando, nel suo La lingua in laboratorio, afferma: «la nostra tradizione scolastica assegna alla morfologia il primo posto nella sequenza temporale delle conquiste di conoscenza che si richiedono agli allievi. La cosiddetta analisi grammaticale precede dunque, nelle tabelle di marcia dell’insegnamento […] l’analisi logica. Il nostro compito è allora, innanzitutto, rovesciare questa prospettiva, e per farlo dovremo tracciare un percorso ideale alternativo, e fare in modo che se ne comprenda la motivazione razionale» (Frasnedi, 2005, pp. 31-32). Frasnedi analizza, con uno stile personalissimo, questa motivazione razionale. Io la sintetizzo così: quando pensiamo e pronunciamo un enunciato, la nostra testa lavora primariamente per sintagmi, quindi sul piano sintattico.


Torniamo a noi e al lavoro in classe. Tenuti forti questi assunti, come procedere con la preposizione?


Dopo la routine di buongiorno, entro in classe e alla lavagna scrivo le seguenti frasi.


  • La casa di Giulio è bellissima.

  • Giulio ha pianto di gioia.

  • Non fare i compiti di corsa.

  • Riempimi il bicchiere di succo di frutta.

  • La città di Firenze è piena di meraviglie.

  • Ho pensato di aver ragione.


E dico: «Osserviamo. Proviamo a riconoscere tutti i sintagmi preposizionali, cioè – lo sappiamo – quei sintagmi introdotti da preposizioni». Via alle riflessioni.


[Pensieri dei ragazzi e delle ragazze]


Arriveremo così a capire che una preposizione semplice

1) si lega in modo stretto a un elemento che può essere un nome o un verbo;

2) può generare relazioni di diverso tipo.

Riflettiamo, inoltre, con il mio aiuto sull'etimologia della parola: preposizione deriva dal latino pre-pono, cioè "metto prima". Nel nome stesso è insita una delle caratteristiche peculiari della preposizione: essa sta prima di un qualcosa a cui si lega in modo stretto.


La nostra lavagna si trasformerà in qualcosa di simile, dopo aver ragionato su quale collocazione assume la preposizione nella frase (criterio distribuzionale-sintattico) e su quali significati assume (criterio funzionale-semantico).


  • La casa di Giulio è bellissima. = possesso

  • Giulio ha pianto di gioia. = causa

  • Non fare i compiti di corsa. = modo

  • Riempimi il bicchiere di succo di frutta. = strumento, materia

  • La città di Firenze è piena di meraviglie. = abbondanza

  • Ho pensato di aver ragione. = oggetto diretto


«Adesso proviamo a fare qualcosa di difficile. Ma ci proviamo, eventualmente insieme. Inventiamo tre frasi in cui la preposizione con generi tre relazioni diverse».


[Formulazione di frasi da parte dei ragazzi e delle ragazze, condivisione, osservazioni]

Continuo: «Alla scuola primaria, sicuramente, avete studiato le preposizioni semplici e articolate. Queste preposizioni si dicono proprie, perché sono delle vere e proprie preposizioni. Esistono infatti anche altre tipologie di preposizioni. Con quanto abbiamo capito delle preposizioni, proviamo a riconoscerle». Alla lavagna scrivo le seguenti frasi e individuiamo le parole o i gruppi di parole che funzionano come una preposizione.


  • Dopo l’allenamento Lucia sarà stanchissima.

  • Serena abita vicino a te.

  • La meccanica ha aggiustato la macchina per mezzo di uno strano strumento.

  • Nonostante la pioggia si correrà ugualmente la maratona.


«Osservate la struttura di queste preposizioni. Cosa notate? Come le classifichereste?». Qui si lavora, invece, sul criterio morfologico.


[Pensieri dei ragazzi e delle ragazze]


«Oltre alle preposizioni proprie, esistono anche

- le preposizioni improprie, cioè parti del discorso che, legandosi in modo molto stretto a un nome, un pronome o un verbo, assumono la funzione di preposizione;

- le locuzioni preposizionali (o prepositive), cioè un gruppo di due o più elementi che, legandosi in modo molto stretto a un nome, un pronome o un verbo, assumono la funzione di preposizione.

In questo video, troverete una sintesi di quanto ci siamo detti oggi. In particolare, vi consiglio di ricopiare sul quaderno lo schema finale, utile per lo studio».


Clicca qui: video-lezione sulle preposizioni.

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Cosa lasciare per sedimentare quanto svolto e poter tornare a rifletterci nella lezione successiva? Suggerimenti di attività a casa.


  • Per la prossima volta, osservate queste frasi

- riconoscete le preposizioni (proprie, improprie, locuzioni preposizionali);

- provate a identificare quale tipo di relazione e informazioni permettono di veicolare le preposizioni.

1. Sono stanco di stare in piedi, perciò vado a sdraiarmi sul divano di casa mia davanti alla televisione.

2. Mi ricordo sempre delle parole della nonna: le diceva con affetto per incoraggiarmi.

3. Ai giardini ci troviamo fra noi accanto alla fondana: ci siamo tutti eccetto mio fratello.

4. Lungo le rive del fiume i ragazzi giocavano a palla e prendevano il sole in mezzo al prato.

  • Svolgi l’analisi valenziale delle seguenti frasi

- Durante la festa di Natale la nonna ha riso di gioia.

- Grazie alla spiegazione dell’insegnante Loretta ha compreso i problemi con le frazioni.

- Con la lettura possiamo entrare in mondi fantastici.

  • Dopo aver svolto l’analisi, cerchia le preposizioni e chiediti quale informazione aiutano a veicolare


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Bibliografia

  • G. Balestra, T. Tiziano, G. Borghesio, L. Menzio, Belle parole. Volume base, Petrini, DeAScuola – Petrini, Novara, 2019 (da qui è preso il testo modello della videolezione).

  • C. Tondelli, Il cerchio delle parole. Dalla lingua che usi alla grammatica, Mondadori Scuola - Le Monnier Scuola, Milano, 2022 (da qui sono prese le frasi del primo esercizio assegnato per compito).

  • F. Frasnedi, Y. Martaeri, L. Poli, La lingua in laboratorio, Tecnodid Editrice, Napoli, 2003

  • M. Prandi, C. De Santis, Manuale di linguistica e di grammatica italiana, UTET Universitaria, Torino, 2019, pp. 411-414.

  • L. Serianni, Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, UTET Universitaria, Torino, 2016, pp. 327-359.


Autore - Alessio Trevisan
Insegnante di Scuola secondaria di Primo Grado a Torino


Data di pubblicazione - 16 gennaio 2023