CLIL - English Renaissance
Note a margine di un'esperienza di CLIL
CLIL - English Renaissance
Note a margine di un'esperienza di CLIL
Premessa
CLIL il cui significato spesso è nascosto dietro semplicismi come lezione in inglese, lezione in francese. CLIL è una sigla che sta per Content and Language Integrated Learning, adottata per la prima volta da David Marsh e Anne Maljers nel 1994. Si tratta di una metodologia focalizzata sull’apprendimento di una lingua straniera (L2) e simultaneamente interessata a insegnare contenuti o sviluppare competenze relative a una disciplina altra. Cosa è CLIL e cosa non lo è lo riporta molto bene Balboni nel suo Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse.
Tratto da https://www.provincia.bz.it/formazione-lingue/didattica-formazione-docenti/downloads/small_fascicolo_CLIL.pdf e adattamento da Balboni, 2008
Nelle esperienze di CLIL ci sono dunque due polarità, disciplina e lingua devono integrarsi e armonizzarsi: ci sono obiettivi diversi ma convergenti. La lingua sostiene la disciplina. La disciplina permette di sperimentare e sostenere l’apprendimento linguistico.
Tra i più importanti teorici del CLIL dobbiamo necessariamente far riferimento a Coyle Do, il quale sottolinea la necessità di far riferimento a quattro componenti che dovrebbero orientare la progettazione di esperienze di CLIL. Sono le cosiddette 4C.
Content (Contenuto) – I contenuti devono essere mirati e legati alle Indicazioni Nazionali, possibilmente legati a competenze di cittadinanza.
Communication (Comunicazione) – La dimensione comunicativa è fondamentale, deve l’esperienza di CLIL deve promuovere la produzione orale e scritta, usando il linguaggio specifico della disciplina, anche attraverso l’uso di strumenti digitali.
Cognition (Cognizione) – La necessità del coinvolgimento cognitivo di studenti e studentesse all’interno di un processo di learning to learning.
Culture (Cultura) – Promuovere la lingua come esperienza culturale che permette di mettere in relazione il locale con il globale, cioè che apre orizzonti e costruisce ponti.
«In sintesi, adottare una metodologia CLIL significa puntare a sviluppare negli alunni una migliore padronanza di L2 attraverso lo studio in L2 di contenuti disciplinari in situazioni di apprendimento “reale”, favorire una loro maggiore consapevolezza dei contenuti disciplinari acquisiti tramite L2, formare una conoscenza “complessa” e “integrata”, educare a un approccio interculturale al sapere, favorire un’educazione plurilingue» (Danesi et aliae, 2018).
English Reinassance: un’esperienza di CLIL
Nella mia seconda stiamo ragionando sul Cinquecento, dopo aver compreso la portata storica della scoperta dell’America da parte degli Europei. Ne abbiamo delineato le conseguenze a breve e a lungo termine, con una piccola scappata nell’attualità e nella decapitazione delle statue di Colombo in America. Comprese le dinamiche in Italia, l’impero di Carlo V e la portata rivoluzionaria della Riforma luterana e della Controriforma, abbiamo indagato la situazione in alcune monarchie europee, in particolare la Russia di Ivan il Terribile e la Spagna di Filippo II. Parlare di quest’ultimo ha significato aprire anche ai suoi rapporti con l’Inghilterra elisabettiana. E come farlo? Riprendendo in mano un progetto di CLIL portato avanti nella mia vecchia scuola, ho realizzato un’esperienza di CLIL.
Per definirne gli obiettivi, mi sono confrontato con la mia collega di inglese, concordando di lavorare sul passato, aspetto grammaticale su cui i ragazzi e le ragazze iniziavano a cimentarsi. Poteva essere proprio un’esperienza di CICL in Storia l’occasione per vedere il passato in azione.
Dopo la definizione degli obiettivi, ho individuato gli snodi principali relativi ai contenuti disciplinari suddividendo in tre fasi il processo: 1) l’Atto di Supremazia e la nascita della Chiesa Anglicana; 2) le divisioni religiose durante i regni di Edoardo VI e Maria la Sanguinaria; 3) il regno di Elisabetta I e il Rinascimento inglese.
Le lezioni sono state condotte seguendo queste fasi in modo ricorsivo.
L’esperienza di CLIL sarà valutata tenendo in considerazione sia il processo di apprendimento attraverso considerazioni generate dall’osservazione in classe sia attraverso un breve colloquio orale, che vorrà verificare sia i contenuti disciplinari sia le competenze in L2 soprattutto sugli obiettivi definiti inizialmente.
Di seguito è presentata la parte relativa al CLIL della rubrica valutativa con cui saranno valutate le prove orali di storia sul Cinquecento.
Bibliografia primaria
P. E. Balboni, Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, UTET, Torino, 2015.
M. Danesi, P. Diadori, S. Semplici, Tecniche didattiche per la seconda lingua. Strategie e strumenti, anche in contesti CLIL, Carocci, Roma, 2018.
P. Ball, K. Kelly, J. Clegg, Putting CLIL into Practice, Oxford University Press, Oxford, 2016.
Autore - Alessio Trevisan
Insegnante di Scuola secondaria di Primo Grado a Torino
Data di pubblicazione - 14 dicembre 2023